Ciclo mestruale: siamo davvero più brutte nella Fase luteale?

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Negli ultimi mesi, TikTok è diventato il megafono di una tendenza virale: molte donne condividono video e pensieri convinte che durante la fase luteale del ciclo mestruale si diventi visibilmente “più brutte”. La frase tormentone “You’re not ugly, you’re just in your luteal phase” spopola tra i contenuti, suggerendo che la percezione estetica possa cambiare notevolmente da una fase all’altra del ciclo.

Ma c’è davvero un fondamento scientifico dietro questa sensazione? Oppure si tratta solo di un effetto placebo sociale, amplificato da algoritmi e filtri?

Cosa succede davvero durante la fase luteale

La fase luteale rappresenta la seconda metà del ciclo mestruale, e inizia subito dopo l’ovulazione, per durare in media dai 12 ai 14 giorni. In questo periodo, l’ormone protagonista è il progesterone, che prepara l’utero a un’eventuale gravidanza. Se questa non avviene, il ciclo ricomincia con le mestruazioni.

A livello corporeo, diversi cambiamenti sono del tutto normali:

  • Aumento del sebo e comparsa di acne
  • Ritenzione idrica che può causare gonfiore al viso e al corpo
  • Sbalzi d’umore, stanchezza e irritabilità
  • Tensione al seno e variazioni nell’appetito

La dermatologa Maya Thosani, in un’intervista a Marie Claire UK, sottolinea che durante questa fase molte donne sperimentano un peggioramento della qualità della pelle, soprattutto nella zona di mandibola e mento. Anche capelli e unghie possono risentirne: alcune persone notano chiome più grasse e unghie più fragili. Ma questi cambiamenti, seppur reali, non rendono oggettivamente “meno belle”.

Percezione vs realtà: uno specchio ingannevole?

Oltre agli effetti fisiologici, è importante considerare anche l’aspetto psicologico. Durante la fase luteale, i livelli ormonali instabili possono influenzare non solo il corpo, ma anche il modo in cui lo si percepisce. La ginecologa Somi Javaid spiega come questa autocritica, amplificata dalla cultura social, possa far apparire difetti minimi come evidenti, distorcendo la propria immagine allo specchio.

È quindi fondamentale non confondere il cambiamento temporaneo con una perdita effettiva di bellezza. In molti casi, ciò che cambia è la percezione, non il volto stesso.

Inoltre, come evidenziato da uno studio del 2017 pubblicato su Journal of Psychosomatic Obstetrics and Gynaecology, più una donna interiorizza gli standard di bellezza dominanti, più tende a vivere in modo negativo la sindrome premestruale. Un circolo vizioso in cui la pressione estetica alimenta l’insicurezza.

Smascherare il mito della “bruttezza luteale”

La convinzione di essere “più brutte” durante la fase luteale non è supportata da dati oggettivi, ma nasce da cambiamenti ormonali naturali e da un sistema sociale che spinge alla costante ricerca della perfezione estetica. È giusto prendersi cura della pelle e del corpo, ma senza cadere nella trappola dei paragoni continui, specialmente nei giorni in cui il corpo chiede solo un po’ di ascolto e gentilezza.

In fondo, non è la fase del ciclo a determinare la bellezza, ma lo sguardo con cui ci si osserva.

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